- chiuso: non ha giorno di chiusura
- orario: mezzogiorno e sera
Questa volta abbiamo fatto tappa a Bologna. Un po’ fuori dal centro storico in direzione Castelmaggiore (Zona Corticella), in una zona prettamente industriale si trova l'antica trattoria della Gigina. Il locale esiste da più di 50 anni e deve il nome alla cuoca che lo fondò. Purtroppo ora la signora non c’è più ma una sua foto capeggia all’entrata del locale a ricordare che in questo posto le tradizioni non sono dimenticate.
Il locale non ha più molto delle comuni trattorie popolari; arredato in modo molto sfarzoso (in alcuni momenti forse troppo) può ospitare circa 100 coperti distribuiti in varie salette dai colori carichi e dall’arredamento sontuoso, con specchi e lampade a dare luce e ariosità al locale. A ricordare Bologna però sono tutti i cartelli rigorosamente scritti in dialetto ("tirer" e "spenzer", tanto per capirci, sono le targhette che sulle porte sostituiscono il tradizionale "tirare" e "spingere", idem per il bagno).
Il servizio è molto cortese, disponibile e scherzoso e mette subito a proprio agio. Il menù arriva all'istante (per le donne senza prezzi) accompagnato da un piccolo antipastino d'entrata con cubetti di mortadella, salsiccia passita e gnocchino. Anche il cesto del pane è veramente invitante, fatto in casa affiancato da schiacciatine e grissini. Pur sapendo che ne saremmo usciti distrutti a fine pasto abbiamo deciso di ordinare anche un antipasto in due perché tentati e incuriositi dall'assaggiare la spuma di mortadella con salsa e gelatina di balsamico (una piccola tortina di pasta di mortadella molto delicata accompagnata da cubetti di aceto balsamico in gelatina e da foglie di songino). Da ricordare che la mortadella è del presidio Slow food. Come primi la scelta è davvero ampia. Si passa dai tortellini in brodo, piccoli dalla pasta gialla e immersi in un brodino scuro davvero invitante, ai passatelli, lasagne e maltagliati in pasta e fagioli, tortelli e gnocchetti verdi. Uniche e famose quasi quanto quelle di nonna Pina sono le tagliatelle. Qua vengono chiamate "le mitiche". Ci buttiamo quindi sulle Mitiche tagliatelle al ragù della Gigina e sul Gramignone sporcafaccia con salsiccia al pasticcio. Con dei nomi così come si potevano non scegliere! Ottimi entrambi; le tagliatelle sottili ma non troppo, condite con un ragù saporito, sono davvero mitiche quasi buone come quelle della mia nonna e il gramignone è davvero una botta di vita. Anche la scelta dei secondi è davvero ampia. 14 in tutto, spaziano dal bollito misto agli arrosti dalla trippa alle polpette. Noi scegliamo la tipica Cotoletta alla petroniana con tartufo davvero (una cotoletta avvolta nel prosciutto crudo, condita con parmigiano e un notevole quantitativo di tartufo a dargli l’inconondibile profumo e sapore) e le Costolette d'agnello fresco allo scottadito, tenere e buonissime. Satolli come ormai ci succede ogni volta, leggiamo solamente la carta dei dolci fantasticando sulla loro bontà e ci limitiamo a un caffè.
Una piccola nota va alla carta dei vini che offre molte etichette e ha ampia scelta anche per quanto riguarda le bottiglie piccole(35 cl). Il prezzo, crediamo valga la cena sia per qualità sia per quantità e servizio.
Ricordiamo inoltre che il locale è segnalato su diverse guide come: Guida Osterie d’Italia, Fuori Casello, I Ristoranti d'Italia e Ospitalità italiana
Antipasti | Spuma di mortadella con salsa e gelatina di balsamico | |
Primi | Mitiche tagliatelle al ragù della Gigina | Gramignone sporcafaccia con salsiccia al pasticcio |
Secondi | Cotoletta alla petroniana con tartufo davvero | Costolette d'agnello fresco allo scottadito |
Contorni | Patate arrosto | |
Altro | Acqua,Vino,Caffe,Grappa | |
Prezzo | a persona circa 40.00 € - 45.00 € |
3 commenti:
purtroppo la Osteria la Gigina e' diventato un normale ristorante con velleita' di miscelara modernita' e tradizione ,non fa bene nessuna delle due .
Ricordo quando andavo dalla Gigina 24 anni fa' se non sbaglio era una signora gigantesca con culone che armeggiava tra la cucina e la prima sala , i clienti a mezzogiorno erano per la maggior parte camionisti ed artisti , era facile vedere famosi personaggi della musica bolognese e non , un mix davvero interessante che dava' un non so che' di speciale e unico nell'ambiente , il locale era semplice,spartano,autentico .
Io mi chiedo come si possa credere di migliorare un servizio solo comprando un arredamento nuovo su un catalago e mettendo una spuma di mortadella .
Ridateci il Ragu' della Gigina ! anche se dicono che la ricetta e' la stessa la qualita' e cambiata totalmente, per il Ragu ci vuole amore ed esperienza .
Purtroppo 25 anni fa eravamo ancora bambini e l’unico ragù che potevamo
assaggiare era quello della nonna, quindi non siamo in grado di giudicare
questo locale confrontandoci col passato. Possiamo solo valutare quello che è
il presente e la nuova gestione.
Concordo sul fatto che non è l’arredamento (che a mia volta ho definito
“troppo sfarzoso”) a trasformare un locale in un BUON ristorante, ma posso, con
altrettanta sicurezza, dare un giudizio positivo ad un osteria, che ha sì perso
l’immagine di semplicità tipica del passato ma che si pone ancora come
obiettivo quello di proporre piatti tradizionali e genuini, fatti con buone
materie prime e attenti alla realtà locale.
Non ho detto che sia il ragù più buono che abbia mai mangiato, Dio benedica la
mia nonna e il SUO ragù fatto con “amore ed esperienza”, dico solo che è forse
uno dei pochi locali in cui dopo averlo assaggiato ho pensato che ne fosse
valsa la pena.
Chiudo dicendo che il passato non ritorna e noi in questo caso ci
accontentiamo del presente!
A me è capitato di andarci pochi mesi fa, e ho mangiato proprio bene! Anch'io ho provato la spuma di mortadella, proprio sfiziosa, e le mitiche tagliatelle: davvero buone!!! Ci ero già stata qualche anno prima e avevo assaggiato le lasagne, stupende, e la cotoletta...una cena impegnativa, sicuramente, ma ne vale la pena!!!
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