Trattoria Campanini

Dopo un’aperitivo in centro a Parma e una telefonata per assicurarci che ci sia posto (generalmente è sempre molto pieno e prenotare è quasi d’obbligo) ci incamminiamo alla volta di questo piccolo borghetto nelle campagne parmensi. Arriviamo intorno alle 9 e la fame è decisamente tanta. Il paese è costituito da 4 case e un antico santuario settecentesco da cui Madonna dei Prati prende il nome.

Il locale all’esterno è un po’ vecchio ma all’interno piccolo e curato. A riempire le pareti numerose foto d’epoca della famiglia Campanini, in particolare del capostipite, e molte locandine e manifesti risalenti al periodo della prima guerra.

Leggendo la guida siamo rimasti incuriositi dalla particolarità dei piatti proposti e dall’elogio ai salumi, in particolare al Culatello di Zibello. Il menù propone tra i primi anche ravioli di caprino con salsa di porri e pecorino e i cappellotti di pasta verdecon salsa alle noci. Tra i secondi piatti l'anatra, la trippa, i fagioli con le cotiche, i bolliti (solo la domenica).

Noi non manchiamo di ordinare un piatto di affettati misti (spalla cotta, prosciutto crudo,culatello di Zibello, salame e coppa) che ci viene servito abbondante e accompagnato da una montagna di gnocco fritto che qua si chiama "torta fritta" e sottaceti. Prendiamo come primi caramelle di taleggio con Culatello di Zibello e tortelli di patate con i porcini, come secondi (anche se già decisamente sazi) guanciale di maiale al Lambrusco con polenta (buonissima, morbida e con un leggero retrogusto di zafferano) e guanciale di vitello al forno con salsa al rosmarino. Niente dolce (forse l'antipasto era di troppo) anche se a vederli (serviti ai tavoli degli altri commensali) erano davvero invitanti e dall'aspetto più che accattivante.

In tutta sincerità possiamo affermare di essere rimasti felicemente colpiti da questo locale nelle campagne parmensi. Superbo!